Vacanze: più corte per gli italiani
Quest’anno saranno più corte le vacanze per gli italiani. I dati, secondo l’Indice del Viaggiatore di Confturismo-Confcommercio, non lasciano spazio all’ottimismo. Per 3 italiani su 10, quest’anno le vacanze avranno breve durata.
Le vacanze, come si evince dai dati forniti dalla Confturismo-Confcommercio, quest’anno dureranno molto meno rispetto agli anni scorsi.
Tanti italiani, 15 milioni nello specifico, sono in procinto di partire mentre 10 milioni sono ancora titubanti e tentennanti.
Coloro che staranno fuori per circa una settimana aumentano di numero, raggiungendo il 60%, mentretoccano quota 12% coloro che soggiorneranno tra gli 11 e i 14 giorni.
Tre viaggiatori su 10 soggiorneranno meno giorni rispetto al 2019, mentre 5 su 10 rimarranno fuori gli stessi giorni del 2019.
Elevatissima, il 38%, la cifra di coloro che per via del virus non si sposteranno, preferendo rimanere a casa. A maggio era del 29%, si evince dunque che gli italiani sono ancora preoccupati della situazione pandemica.
Sul fronte della spesa, la situazione resta abbastanza stabile. Per le vacanze estive gli italiani spenderanno in media 1.015 euro a persona, comprese le spese per il trasporto, alloggio e pasti.
Cresce esponenzialmente la cifra di coloro che dichiarano che spenderanno più di 1.200 euro, passando dal 16% di maggio al 25% di giugno.
Passa dal 62% al 64%, aumentando di due punti percentuali, la quota di coloro che preferiscono il mare a tutte le altre tipologie di destinazione.
Il 10% ha deciso di optare per le città d’arte e i borghi. L’87% preferisce l’Italia rispetto all’estero, che raggiunge solo quota 13%.
Le preferenze, per quanto riguarda l’estero, ricadono su nazioni quali la Spagna, la Grecia e la Francia. Mentre il turismo europeo sembra tirare un sospiro di sollievo, quello internazionale dovrà aspettare il 2022 per rivedere la luce in fondo al tunnel.
Luca Patanè, Presidente di Confturismo-Confcommercio, ha dichiarato che il mese di giugno è stato debole anche per quanto riguarda la domanda nazionale. Asiatici e americani non se ne vedono in giro e settembre stenta a decollare.
Lo stesso Patanè afferma: “La ripresa del turismo è molto più lenta e parziale del previsto mentre per il settore, uscito da un 2020 disastroso e reduce da un primo trimestre 2021 con riduzioni di arrivi e presenze nell’ordine del 70% rispetto all’anno prima, continuano ad arrivare con il contagocce gli aiuti stanziati da inizio pandemia.
Siamo o non siamo il 13% del PIL nazionale? E allora basta perdere tempo. Si affronti la situazione con provvedimenti urgenti ed immediatamente operativi”.
I numeri risaliranno o resteranno costanti?