Solidarietà, preoccupazione e proposte di mons. Renna
Atto intimidatorio a poliziotto di Cerignola, una rissa che sfiora il tentato omicidio a Orta Nova. Dalla sede episcopale alle città una lettera del vescovo mons. Luigi Renna, intrisa di solidarietà, preoccupazione e proposte concrete che coinvolgano famiglie, forze dell’ordine e giovani anche dopo l’annullamento del ‘coprifuoco’.
Due gravi episodi hanno turbato, negli ultimi giorni, la vita di alcune famiglie e la quotidianità delle comunità di Cerignola ed Orta Nova.
Nella notte tra venerdì, 28 maggio, e sabato, 29 maggio 2021, l’incendio doloso dell’auto di un agente della Polizia di Stato del Commissariato di Cerignola: una ritorsione nei confronti di chi, con coscienza e senso civico, aveva preso posizione verso uno dei tanti che, molto spesso impunemente, trasformano le nostre strade in piste da corsa, mettendo a repentaglio la loro stessa vita e quella degli altri.
Al poliziotto, vittima di chi disprezza una convivenza civile regolata da senso morale e leggi, va la nostra affettuosa vicinanza: “Grazie!” per il tuo servizio e perché hai a cuore la Città di Cerignola! “Grazie!” alla Polizia di Stato e a tutte le Forze dell’Ordine, che ci aiutano ad essere città e non un villaggio da film western!
E poi un episodio accaduto ad Orta Nova, nella notte tra sabato 29 maggio e domenica 30 maggio 2021: una rissa sfociata in un barbaro accoltellamento, che ha sfiorato la tragedia dell’omicidio. E tutto oltre l’ora del “coprifuoco” che, negli ultimi mesi, ci ha risparmiato episodi simili.
Perché stare fuori casa oltre il “coprifuoco”? Perché non si riescono a monitorare le strade principali e a sanzionare, oltre le ore 23, coloro che non rispettano le regole? Ma mi chiedo anche: il “coprifuoco” ci salverà? E quando non ce ne sarà più bisogno? Occorreranno, a mio parere, tre “baluardi” di civiltà.
Primo baluardo: quello delle famiglie, in cui ci siano le “regole” per non vivere la notte in strada e non possedere armi. Certe cattive abitudini si stroncano nelle famiglie, grazie a genitori che sanno educare i figli al ritmo giusto tra giorno e notte, tra onesto divertimento e attenta sobrietà!
Secondo baluardo: il contrasto alla violenza messo in atto dalle Forze dell’Ordine, che siano presenti nelle ore più critiche, nei centri città che divengono periferie quando non c’è controllo. Servono maggiori forze perché nella movida c’è una mistura di sano divertimento e di pericolosa trasgressione, nella quale spesso si registra la morte di giovani.
Terzo baluardo: smettere di enfatizzare l’importanza della “movida”, considerando i nostri giovani dei semplici “consumatori” del venerdì e del sabato sera.
Cari giovani, voi siete più di anonimi clienti che consumano superalcolici: voi siete ragione, sentimento; siete coloro che si stanno formando una cultura e un domani; coloro che possono rinnovare una società dove l’unico spazio che vi concedono gli adulti, forse anche politici, è “abitare la notte”. Siate “trasgressivi”, ma nel riscoprire il senso di appartenenza alle nostre città, alle regole e agli stili di vita che le rendono sempre più abitabili e belle: “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguire virtute e canoscenza”.