Sentenza ‘Ares’ stronca clan di San Severo
In totale sono 32 le condanne emesse nei confronti di elementi di spicco della criminalità sanseverese. Tra i nomi eclatanti figurano quelli di Roberto Nardino detto “Patapuff” e Franco Nardino soprannominato “Kojak” a capo dell’omonimo clan.
Sentenza nefasta, quella disposta ieri, nell’ambito del processo “Ares” dal giudice Annachiara Mastrorilli del Tribunale di Bari.
Il processo risale al 2019, quando il gip del Tribunale di Bari, su istanza della direzione distrettuale antimafia della Procura di Bari, ordinò la misura cautelare nei confronti di numerosi elementi afferenti alla criminalità organizzata di San Severo con le accuse a vario titolo di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, tentata estorsione, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, spaccio di droga, danneggiamento, reati in materia di armi, tentato omicidio con l’aggravante della finalità mafiosa.
Le indagini guidate dalla polizia di Foggia e Bari inflissero già nell’estate del 2019 un pesante colpo ai clan sanseveresi.
In quell’inchiesta finirono in manette 54 persone tra cui alcuni appartenenti al noto clan La Piccirella come Giuseppe Vincenzo La Piccirella e Severino Testa insieme a Franco e Roberto Nardino, ai vertici del clan Nardino.
Le accuse, le più disparate: estorsione, tentata estorsione, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, spaccio di droga, danneggiamento, reati in materia di armi solo per citarne alcune.
L’operazione mastodontica vide l’utilizzo di 200 poliziotti nelle province di Foggia, Napoli, Milano, Salerno, Rimini, Campobasso, Pescara, Chieti, Teramo, Ascoli Piceno e Fermo.
Si rifornivano anche dall’estero, in particolar modo dall’Olanda, paese con il quale intrattenevano buoni affari. I metodi erano analoghi a quelli utilizzati dalla Camorra, dalla Società Foggiana, dalla Sacra Corona Unita.
Controllo del territorio attuato attraverso la prevaricazione, incutendo un senso di paura diffuso, sopraffazione legittimata da metodi mafiosi e il ricorso insistente a estorsioni e minacce, come testimonia l’episodio accaduto ad un commerciante della zona, colpito da una sventagliata di colpi d’arma da fuoco che hanno procurato danni all’abitazione, all’autovettura e ai locali dell’attività commerciale, rendono questa mafia una delle più attive nonché pericolose della provincia di Foggia.
L’operazione ‘Ares’ per la prima volta si fece portavoce di un problema che attanagliava tutta la città di San Severo e di cui nessuno parlava, la Mafia.
Per la prima volta venne riconosciuta la criminalità sanverese come un’associazione di tipo mafioso, autonoma, indipendente da quella foggiana ed egemonica sul territorio.
La sentenza condanna:
- Astuti Vincenzo ad 1 anno di reclusione e 4.000,00 euro di multa
- Augenti Leonardo, quattro anni di reclusione e 20.000, 00 euro di multa
- Baldassi Giacomo, sei anni di reclusione e 60.000,00 euro di multa
- Belfonte Oreste a sei anni di reclusione e 30.000 euro di multa
- Bozzo Carmine a quattro anni e sei mesi di reclusione e 40.000 euro di multa
- Bruno Vincenzo a dieci anni di reclusione
- Carolla Francesco a cinque anni e quattro mesi più 60.000 euro di multa
- Ciociola Libero a dieci anni e otto mesi di reclusione
- De Stasio Luciano Michele a dieci anni di detenzione
- Dell’Oglio Armando a quattro anni e quattro mesi di detenzione più 43 mila euro di multa
- Di Gennaro Luigi a tre anni di carcere più 20.000 euro di multa
- Di Lorenzo Lorenzo a tre anni di reclusione più 17 mila euro di multa
- Immobile Gennaro a quattro anni e otto mesi di carcere più 20 mila euro di multa
- Leo Giuseppe a due anni di detenzione più 4000,00 euro di multa
- Mastromatteo Mario Luigi a otto anni di detenzione
- Nardino Franco a diciotto anni di carcere
- Nardino Roberto a sedici anni e otto mesi di carcere
- Nardino Vincenzo Pietro a otto anni di reclusione
- Nardino Matteo Nazario a otto anni di reclusione
- Romano Stefano a otto anni di carcere
- Roncade Lucio a sette anni e quattro mesi di carcere
- Russi Loredana a sei anni di reclusione
- Tumolo Gennaro a sette anni di reclusione
- Sardella Arnaldo a dieci anni di carcere
- Colio Luigi Donato a un anno e quattro mesi di carcere più 1300,00 euro di multa
- De Cotiis Daniele a otto anni di reclusione
- Parisi Michele Luciano a otto mesi di reclusione più 1000,00 di multa
- D’Onofrio Vincenzo Leonardo a due anni di reclusione più 700,00 euro di multa
- Vistola Giuseppe, sei anni di detenzione
- Minischetti Giovanni a otto anni di carcere
- Florio Antonio , tredici anni e quattro mesi di reclusione
- Irmici Pasquale, cinque anni e quattro mesi di reclusione
Assolti invece: Ivano Pistillo, Antonio Volpe, Antonio Florio, Raffaele Mazzeo, Bledar Fortuzi e Roberto D’Agruma.
San Severo resta l’epicentro dei traffici di stupefacenti nella provincia di Foggia. La sinergia, la collaborazione con altre mafie, territorialmente e affettivamente vicine, ha accresciuto il suo potere sino a diventare quasi incontrollabile. Le pene di ieri unite a quelle del 2019 sembrano aver scalfito la robustezza dell’organizzazione.
Il tempo come sempre darà il verdetto finale.