Sars-CoV-2, salvo chi ha già avuto covid
E’ stato pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale ‘Viruses’ l’articolo dal titolo ‘VOC 202012/01 Variant Is Effectively Neutralized by Antibodies Produced by Patients Infected before Its Diffusion in Italy’ che riassume il lavoro scientifico nato dalla proficua collaborazione tra l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e della Basilicata, l’Istituto Nazionale delle Malattie Infettive ‘L. Spallanzani’, l’Unità Complessa di Medicina Trasfusionale del Policlinico di Bari, il Dipartimento di Scienze Biomediche e Oncologia Umana dell’Università degli Studi di Bari, il laboratorio di Patologia Clinica dell’Ospedale ‘Di Miccoli’ di Barletta e il laboratorio di Microbiologia dell’IRCCS ‘Casa Sollievo della Sofferenza’.
Lo studio ha riguardato 12 pazienti che hanno contratto la malattia tra marzo e dicembre 2020 e che hanno sviluppato anticorpi in grado di neutralizzare il virus. I risultati di questo studio indicano che gli anticorpi prodotti a seguito dell’infezione indotta da varianti del ceppo Sars-CoV-2, circolanti prima della comparsa della variante inglese B.1.1.7 (VOC 202012/01), sono efficaci anche nei confronti di questa variante.
“Sono dati rassicuranti, in quanto tutti quelli che hanno superato la malattia e hanno prodotto buoni livelli di anticorpi protettivi, possono risultare protetti da una possibile reinfezione sostenuta dalla variante inglese del SARS-CoV-2 – spiega il direttore generale dell’IZSPB, Antonio Fasanella – Inoltre, la somministrazione di plasma iperimmune può essere considerata una buona opportunità di protezione contro SARS-CoV-2, indipendentemente dalle caratteristiche dei ceppi che avevano indotto la risposta anticorpale – prosegue Fasanella – Va sottolineata che la sorveglianza genomica tesa a disegnare la mappa molecolare aggiornata dei ceppi circolanti di Sars-CoV-2 gioca un ruolo fondamentale, poiché questo virus può facilmente subire variazioni genetiche tali da non poter escludere a priori che in futuro si potrebbe assistere ad un cambiamento strutturale così rilevante da richiedere l’aggiornamento e/o la modifica del vaccino”, conclude Fasanella.