Mafia di San Severo: condannato Severino Testa
Solo pochi giorni fa era arrivata la condanna, nell’ambito del processo ‘Ares’ a carico di numerosi elementi di spicco della criminalità sanseverese. Tra questi, Franco Nardino soprannominato “Kojak” e Roberto Nardino detto “Patapuff”. Nelle ultime ore a questi si è aggiunta la figura d Severino Testa alias “il puffo”, al vertice del clan Testa-La Piccirella.
Condanna a 16 anni per Severino Testa, dedito soprattutto allo spaccio di droga, vertice indiscusso del clan Testa-La Piccirella.
La sentenza è avvenuta al culmine del processo di primo grado con rito abbreviato tenutosi a Bari nelle scorse ore.
A emettere la pena, un giudice diverso da quello che ha condannato il rivale di guerra, Franco Nardino.
Per l’altro accusato, Carmine Delli Calici, condanna a 11 anni di detenzione. I due vennero arrestati nell’ambito dell’associazione ‘Ares’ che si sviluppò in diverse province d’Italia e che vide la partecipazione di circa 200 poliziotti.
In quell’inchiesta finirono agli arresti 54 persone, accusate a vario titolo di: associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, tentata estorsione, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, spaccio di droga, danneggiamento, reati in materia di armi, tentato omicidio con l’aggravante della finalità mafiosa.
Per la prima volta venne associato il nome della criminalità sanseverese a quello della Mafia, definendola autonoma e indipendente da quella foggiana.
Secondo gli investigatori lo stesso Testa ordinò agli spacciatori della città di pagare una percentuale sugli introiti. Sguinzagliò altri elementi per estorcere denaro a imprenditori e commercianti, incutendo terrore nella zona.
A San Severo finalmente comincia a tirare un’aria nuova, di pace e tranquillità.
Ma quanto durerà?