• 22 Novembre 2024 4:44

L’ombra della malavita sul Foggia Calcio

Diadmin

Lug 2, 2021

L’ombra della malavita sul Foggia Calcio

Riempie ogni fessura, si allarga a vista d’occhio e si ramifica su tutto il territorio dauno. Parliamo della mafia, più comunemente chiamata a Foggia, Società Foggiana. Come emerge dalle carte del processo ‘Decima Azione’, alcuni esponenti malavitosi locali avevano chiesto ai satanelli di assumere persone da loro indicate.

Rodolfo Bruno, il cassiere della mafia, ucciso in un’area di servizio a Foggia, voleva inserire il figlio Antonio nelle fila dei rossoneri.
Pesante, soprannominato ‘U sgarr’, spingeva per l’assunzione di Pompilio.

Scenari apocalittici, in una terra che da anni ormai vive situazioni di questo tipo, senza che nessuno muova un dito.

I documenti che fanno riferimento al processo ‘Decima Azione’, uno dei più importanti per la città di Foggia, ricostruiscono con estrema cura le vicende che vedono come protagonisti noti esponenti della malavita locale e la società calcistica locale.

Il processo ha condannato 25 persone, tutti appartenenti alla Società Foggiana. Più di 300, la somma degli anni di carcere disposti per alcuni uomini della batteria Lanza-Moretti-Pellegrino e Francavilla-Sinesi.

Coinvolti anche i Sannella nel giro di estorsioni.

Come si evince dalla sentenza del giudice Giovanni Anglana, l’attività più praticata e più redditizia nel contesto foggiano resta quella legata alle estorsioni.

Tutto viene preso di mira, dalle agenzie funebri alle slot machine, dai negozi di abbigliamento ai centri commerciali, dai titolari di residenze per anziani alla società calcistica foggiana, all’epoca dei fatti, impegnata in Lega Pro.

E’ venuto fuori inoltre che la maggior parte degli esponenti criminali esigeva al Foggia Calcio la stipula del contratto di elementi dalle dubbie qualità calcistiche.

Nei documenti si legge chiaramente che sia il dirigente Giuseppe Di Bari, all’epoca dei fatti direttore sportivo del Foggia Calcio, che Roberto De Zerbi, ex allenatore del Foggia Calcio, non avrebbero denunciato l’estorsione subita, come dovrebbe fare qualsiasi cittadino dotato di buon senso, affidandosi al supporto dello Stato, ma anzi “accettato supinamente le richieste formulate, abiurando anche a quei valori di lealtà e correttezza sportiva che dovrebbe ispirare la loro condotta”.

Il giudice Anglana afferma che Rodolfo Bruno, avrebbe affidato alla moglie il compito di comunicare a Giuseppe Di Bari di darsi una mossa per mettere sotto contratto il figlio Antonio.

Pesante, appartenente alla batteria Francavilla-Sinesi, avrebbe parlato con Antonio Sannella per far inserire un suo amico all’interno della società calcistica. ‘U sgarr’ avrebbe anche riferito che il via libera gli sarebbe stato concesso da Di Bari che, a sua volta, avrebbe parlato con l’allenatore, chiamato il ‘bresciano’ nelle intercettazioni.

Dalle intercettazioni successive si scoprì che l’amico di Pesante era Luca Pompilio, ex giocatore del Foggia Calcio. Sannella disse che Pompilio piaceva molto a mister De Zerbi, rassicurandolo su tutto.

In realtà, grazie all’intensa attività intercettiva, emerse che Pompilio era fuori condizione e che difficilmente avrebbe potuto calcare i campi da gioco, perché non avrebbe retto quei ritmi.

Quello tra l’altro fu il suo primo contratto, a dimostrazione del fatto che le sue qualità sportive non fossero così apprezzabili. Il giudice dichiara che se non fosse stata per la costrizione di Pesante, Pompilio non sarebbe stato mai ingaggiato.

Lo stesso Anglana conclude: “il contratto venne stipulato unicamente per le pressioni esercitate dal Pesante, che aveva anche manifestato la sua determinazione al Sannella, al Di Bari Giuseppe ed allo stesso allenatore De Zerbi Roberto, rappresentando loro di avere libero accesso agli spogliatoi, dove li avrebbe raggiunti con intenzioni non certo amichevoli (ma gli ho detto vedi che io vengo giù agli spogliatoi e prendi un sacco di botte, ti do forte)”.

La mafia foggiana mostra anche in queste occasioni una violenza incredibile, imponendo il proprio volere e predominio con qualsiasi mezzo. Non c’è attività in città che non sia stata presa di mira dalla furia della mala.

Ieri è toccato al Foggia Calcio, domani?

Fabiano Daniele
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