Foggia, chiede separazione: “lei non lava e non stira”
E’ accaduto a Foggia, il marito ha chiesto la separazione perché la moglie non adempieva ai suoi doveri: stirare, lavare e cucinare.
Sembra di essere tornati a 70 anni fa, quando il marito pretendeva che la moglie svolgesse solo determinati ruoli, che cucinasse, che stirasse, che apparecchiasse la tavola e che lavasse per terra.
Erano questi i gesti quotidiani di una donna dei primi anni ’50 e questa sentenza dimostra che ci sono, purtroppo, ancora persone che ragionano in questo modo. La donna infatti secondo il marito non si avrebbe rispettato quei dogmi che da tempo esistono in determinate famiglie, scatenando l’ira dell’uomo.
Si è rivolto così al Tribunale, convinto di poter ottenere il consenso da parte del giudice e sminuire il ruolo della donna. E’ successo invece che il giudice civile Paolo Rizzi nella sentenza del 5 maggio 2021 rigettasse le accuse per mancanze di prove.
Nessuno, a detta del giudice, poteva dimostrare quanto stesse affermando l’uomo e cioè che i litigi avvenissero esclusivamente per demerito della moglie perché “non si prendeva cura di lui”.
In particolare la moglie non avrebbe a lungo cucinato, stirato e lavato, collaborando poco al benessere della famiglia. Secondo Paolo Rizzi “non esiste, almeno secondo la legge, l’obbligo per uno dei due coniugi di mantenere la casa pulita o svolgere lavori domestici”.
La sentenza asserisce che non è ammissibile “una situazione di sottomissione di uno a svolgere lavori di mera cura dell’ordine domestico, al quale peraltro sono tenuti anche i figli, nell’ottica di una educazione responsabile”.
La donna succube e vittima del marito, relegata ai margini della casa, privata di ogni possibilità di fuga, risucchiata in un vortice di oscurità, era un concetto che non andava bene prima, figuriamoci oggi. Un caso che ha suscitato scalpore ma che certamente può fungere da monito per l’intera comunità.
Secondo Euromonitor International entro il 2030 le separazioni nel mondo aumenteranno del 78,5%. Eurostat invece posiziona l’Italia al 5° a livello europeo nel rapporto divorzi/matrimoni.
La pandemia, la crisi economica, la mancanza di un futuro certo, il grave problema della disoccupazione hanno prodotto una riduzione sostanziale dei matrimoni e un aumento esponenziale dei divorzi e delle separazioni.
Il cambio di passo è avvenuto a seguito dell’approvazione del divorzio breve. La famiglia tradizionale, classica, quella del Mulino Bianco, ormai è via d’estinzione e il lockdown non ha fatto altro che accelerare questo cambiamento.