Da Forza Italia alla Lega: chi è l’ex sindaco di Foggia
Sono state da poco consegnate le dimissioni del sindaco Franco Landella, leader leghista, dopo i tumulti che hanno investito la giunta comunale.
Le stesse, potranno essere ritirate fino al 24 maggio, data oltre la quale il ripensamento non sarà più possibile. Nei giorni scorsi erano stati arrestati i consiglieri di maggioranza: Leonardo Iaccarino e Antonio Capotosto con le accuse di corruzione, induzione indebita e peculato.
Il 9 marzo invece il Ministero dell’Interno aveva incaricato una commissione con l’obiettivo di valutare probabili infiltrazioni della criminalità organizzata nella condotta dell’amministrazione.
Landella, però, che fino a poco fa minimizzava il tutto definendo le invettive dei suoi avversari poca cosa, è stato costretto a cedere. La situazione infatti a detta di molti era diventata insostenibile, il clima era rovente e la giunta, che prima sembrava unita si è sgretolata come neve al sole.
L’ex sindaco, l’anno scorso era stato vessato e riempito di critiche per aver lasciato Forza Italia, passando alla Lega di Matteo Salvini, personaggio inviso alla città.
Secondo le indiscrezioni quel passaggio avvenne a seguito della decisione di Silvio Berlusconi di lasciare a casa sua cognata Michaela Di Donna che, pronta alla competizione regionale con una campagna aperta, si ritrovò bloccata in tutte le liste.
Mossa a cui Landella rispose consegnando le chiavi della città al leader leghista, Salvini.
Scelta che comportò una protesta davanti al Comune di circa 400 persone adirate per quel gesto.
Landella paventò allora l’idea che la Lega sarebbe divenuta il primo partito di Foggia, con l’aspettativa personale di vedere inserita la cognata all’interno dell’organo collegiale.
Landella che ebbe nel 2015 anche un duro scontro con l’associazione antiracket presieduta da Tano Grasso. Oggetto del battibecco fu la scelta del Comune di non costituirsi parte civile né nel rito abbreviato né in quello ordinario nel ‘processo Corona’ contro la Società foggiana. In quell’occasione infatti fu Grasso a definire la scelta di Landella “grave”.
L’uscita di scena del sindaco, ormai isolato da tutti, rappresenta l’ultimo colpo inferto ad un Comune, quello di Foggia che da tempo vive situazioni burrascose. L’insediamento di una Commissione atta a valutare eventuali penetrazioni della criminalità locale delinea una situazione analoga a quella di molti altri comuni limitrofi e non.
In Puglia infatti il fenomeno delle infiltrazioni mafiose è spesso accompagnato a quello di una forte precarietà delle amministrazioni locali. Il 37,5% dei pugliesi ha assistito allo scioglimento del proprio Comune almeno una volta dal 2017 ad oggi.
Come si potrebbe immaginare le regioni più colpite restano quelle del sud, nelle quali il potere e il dominio dei gruppi criminali gioca un ruolo predominante.