Cerignola, dissequestrato canale Lagrimaro
Dissequestrato il Canale Lagrimaro. Al torrente erano stati posti i sigilli nel luglio del 2019. La decisione arriva in seguito agli incontri dell’Amministrazione con NOE, Procura, Provincia di Foggia, Arpa e Consorzio di Bonifica. Per Bonito: “Alle spalle una pagina triste per la nostra Città”.
Il Tribunale di Foggia, su istanza del sindaco di Cerignola, Francesco Bonito, ha ordinato il dissequestro del Canale Lagrimaro, il torrente ubicato in zona industriale e posto sotto sequestro dal 2019, quando il Noe dei Carabinieri scoprì lo scarico illecito di “rifiuti di diversa tipologia, acque di morchia, reflui di vasche imhof, lastre in eternit, rifiuti solidi”.
“Si tratta di una notizia molto importante – commenta l’assessore all’ambiente Mario Liscio – perché in seguito a numerosi incontri di questa Amministrazione con la Procura, con i NOE, con il Consorzio di Bonifica, con la Provincia di Foggia e con l’Arpa, siamo arrivati ad un felice epilogo per una questione ambientale molto sentita dalla cittadinanza. Da parte nostra, abbiamo già approvato il progetto per la realizzazione di vasche di disoleazione, di sabbiatura e di grigliatura per un importo di 1 milione di euro”.
“Con il dissequestro del Canale Lagrimaro – aggiunge l’assessore alle attività produttive, Sergio Cialdella- si chiude una pagina triste per la nostra città e per le nostre aziende. Da questo momento Consorzio e Provincia potranno rilasciare le autorizzazioni per lo scarico della fogna bianca, che fino ad ora erano precluso a tutte le imprese della Zona Industriale. Ci lasciamo alle spalle un annoso problema, soprattutto con la costruzione di ulteriori infrastrutture, la cui mancanza negli ultimi 50 anni ha creato disguidi alla cittadinanza e alla zona industriale”.
“In campagna elettorale- commenta il sindaco Bonito- avevamo promesso di mettere il massimo impegno per la risoluzione delle criticità del Canale Lagrimaro. Con il finanziamento ottenuto dalla Regione Puglia, e con il dissequestro del torrente nato per raccogliere le acque piovane e poi diventato ricettacolo di inquinanti, possiamo guardare al futuro, alla salvaguardia dell’ambiente e allo sviluppo industriale con maggiore serenità. Nell’arco del prossimo anno contiamo di bonificare totalmente l’area”.