Carabinieri, Mesagne e Latiano a tappeto
Servizio di controllo del territorio ad ‘Alto Impatto’ nelle città di Mesagne e Latiano per contrastare ogni forma di reato e assicurare l’ordine e la sicurezza pubblica. Deferite 5 persone in stato di libertà per vari reati, 7 soggetti segnalati quali assuntori di stupefacenti. Sono state effettuate 27 perquisizioni tra personali e domiciliari, 128 le auto controllate con oltre 214 persone identificate di cui 23 di particolare interesse operativo. Numerosi i posti di blocco effettuati sulle principali strade. Monitorati nell’arco notturno 17 soggetti sottoposti dall’Autorità Giudiziaria agli arresti domiciliari o alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno.
I Carabinieri del Comando Provinciale di Brindisi hanno effettuato un servizio straordinario di controllo del territorio ad “Alto Impatto” nelle città di Latiano e Mesagne, con l’esecuzione di numerosi posti di blocco e perquisizioni sia domiciliari che personali e di autoveicoli. L’attività è stata finalizzata alla prevenzione e repressione dei reati contro la persona e il patrimonio e il contrasto allo spaccio di stupefacenti, nonché al controllo della circolazione stradale sulle arterie interessate da maggior traffico, per prevenire e reprimere condotte di guida che mettono in pericolo l’incolumità delle persone. Il servizio attuato ha anche interessato le aree periferiche nonché le contrade rurali dei due Comuni.
Nell’ambito delle attività, i militari hanno denunciato in stato di libertà 5 persone rispettivamente:
– un 34enne residente in provincia di Reggio Emilia, che alla guida dell’autovettura della moglie ha causato un sinistro stradale senza feriti. Sottoposto ad accertamenti le analisi gli hanno riscontrato un tasso alcolemico pari a 1,33G/L. La patente di guida è stata ritirata e il veicolo consegnato al proprietario;
– un 41enne residente a Bologna è stato sorpreso alla guida della propria vettura una Lancia Delta, in stato di alterazione, nella circostanza ha rifiutato di essere sottoposto agli accertamenti per la verifica dell’assunzione di stupefacente e a seguito di perquisizione è stato trovato in possesso di una dose di cocaina e 3 grammi di hashish. La patente di guida è stata ritirata, il veicolo e lo stupefacente sottoposti a sequestro;
– un 19enne di Brindisi sorpreso alla guida di un’Opel Agila di proprietà del nonno, senza aver mai conseguito la patente di guida, con l’aggravante della recidiva perché sanzionato per analoga violazione nel mese di marzo scorso. Il veicolo è stato restituito al proprietario;
– per peculato un 70enne del luogo sorpreso alla guida di un ciclomotore Piaggio, privo di targa e copertura assicurativa di proprietà del comune di Latiano, di cui si era appropriato nell’anno 2010 quando era alle dipendenze del comune. Il ciclomotore è stato sottoposto a sequestro;
– per porto di oggetti atti ad offendere un 19enne residente a Mesagne, trovato in possesso di un coltello a serramanico con doppia lama detenuto nel vano porta oggetti del veicolo su cui viaggiava.
Nel corso di alcune perquisizioni, effettuate per la ricerca di stupefacente, sono stati segnalati alla Prefettura di Brindisi sette giovani, quattro di Mesagne, due di Latiano e uno di San Vito dei Normanni, trovati in possesso di modiche quantità di stupefacenti, nel complesso sono stati rinvenuti 5 grammi di hashish e 4 di marijuana sottoposti a sequestro.
Nel complesso, i Carabinieri hanno eseguito 27 perquisizioni tra personali, domiciliari e di autoveicoli, identificato 214 persone di cui 23 di particolare interesse operativo, controllato 128 autoveicoli oltre a 2 esercizi pubblici. Sono state anche controllate 17 persone sottoposte dall’Autorità Giudiziaria agli arresti domiciliari o alla Sorveglianza Speciale con obbligo di soggiorno nei comuni di Mesagne e Latiano.
Evasione, 56 persone arrestate nei primi 7 mesi del 2019 nella provincia di Brindisi, 72 erano stati arrestati per lo stesso reato nel corso di tutto l’anno 2018.
Del reato di evasione previsto dall’art. 385 del codice penale risponde sia colui il quale “evade” dagli “arresti domiciliari”, sia dalla “detenzione domiciliare”, che sono due istituti giuridici differenti. Entrambe sono misure finalizzate a deflazionare la popolazione carceraria consentendo di espiare la pena anche tra le mura domestiche. Gli arresti domiciliari sono una misura cautelare personale coercitiva di natura “provvisoria”, poiché l’assoggettato non è stato ancora condannato in maniera definitiva. La persona che vi è sottoposta deve rispettare determinate regole stabilite dalla legge, in primo luogo c’è il divieto all’indagato/imputato di allontanarsi dalla propria abitazione o da altro luogo di privata dimora ovvero da un luogo pubblico di cura o di assistenza dove è stato collocato. Inoltre, il magistrato con riguardo alla persona sottoposta agli arresti domiciliari può disporre altre prescrizioni come ad esempio il divieto di utilizzare internet, il telefono, oppure di ricevere persone. Ci sono comunque dei casi in cui il magistrato può concedere all’arrestato domiciliare di allontanarsi dal luogo prestabilito: per essere sottoposto a visite mediche o a terapie specifiche in ospedale, seguire programmi riabilitativi per i tossicodipendenti, svolgere una mansione lavorativa.
La detenzione domiciliare consente al soggetto che però è stato condannato in maniera definitiva ad una pena detentiva, di espiarla nella propria abitazione o in un altro idoneo luogo di privata dimora o in un luogo pubblico di cura e di assistenza. Pertanto, a differenza degli arresti domiciliari, che sono una misura cautelare “provvisoria”, la detenzione domiciliare è dunque un regime di espiazione della pena a cui vanno assoggettati coloro i quali sono stati condannati in maniera “definitiva”. Gli organi deputati al controllo possono verificare di propria iniziativa in ogni momento che il soggetto rispetti le prescrizioni imposte. Nell’ambito del Comando Provinciale di Brindisi, il bilancio riguardo alla specifica attività di contrasto al reato di evasione, nei primi sette mesi del 2019, ha portato all’arresto in flagranza di 56 persone sorprese all’esterno del luogo di espiazione della misura, ovvero non presenti all’atto del controllo operato dai Carabinieri. Nel corso di tutto l’anno 2018 erano stati 72 i soggetti arrestati.