Campagna vaccinale: i dati in Italia
I vaccini, l’arma più efficace e resiliente contro il virus, sono diventati il pane quotidiano per la popolazione italiana. Non si parla d’altro, ma a che punto è la campagna vaccinale? Bene in Puglia al secondo posto per il rapporto tra dosi distribuite e dosi inoculate, al 94,2% mentre Lazio e Sicilia snobbando Vaxzevria rischiano il rallentamento.
Analizzando attentamente i dati fornitici dalla Fondazione Gimbe, organizzazione indipendente che realizza e promuove attività di carattere scientifico e dal Ministero della Salute ci accorgiamo di come l’Italia abbia raggiunto la ragguardevole cifra di 24.668.219 vaccinazioni.
La prima differenza che possiamo notare riguarda il sesso, 13.909.728 sono le donne a essere state vaccinate mentre 10.758.491 sono gli uomini. Le somministrazioni ovviamente subiscono delle variazioni dipendenti esclusivamente dall’età:
sono solo 58.509 i vaccini inoculati ai ragazzi dai 16 ai 19 anni,
989.102 quelli somministrati alla fascia d’età compresa tra i 20-29 anni,
1.376.687 alla fascia d’età che va dai 30-39 anni,
1.996.466 per quella dai 40-49 anni,
3.076.808 dai 50-59,
4.429.856 dai 60-69,
5.381.715 dai 70-79,
6.031.817 alla fascia d’età che intercorre tra 80-89
e per ultimi gli ultranovantenni che toccano la cifra di 1.327.259 vaccinati.
Numeri che fanno ben sperare, anche se lo sforzo per coprire metà della popolazione nazionale non è stato ancora fatto. Nel totale delle 24.668.219 somministrazioni, quelle destinate agli over 80 sono state in tutto 6.648.968, quelle ricevute dai soggetti fragili e caregiver, ossia coloro che prestano assistenza quotidiana ad un proprio parente di primo grado non autosufficiente, sono 4.660.584, 3.335.083 quelle rivolte ad operatori sanitari e sociosanitari, 928.041 al personale non sanitario impiegato in strutture sanitarie e in attività lavorative a forte rischio, 674.251 quelle ricevute dagli ospiti delle Rsa, 1.270.905 al personale scolastico, 371.344 al comparto della Difesa e della Sicurezza.
Per quanto riguarda il discorso distribuzione dei vaccini, Pfizer/BioNtech comanda la classifica in solitaria con 17.807.400 dosi spalmate su tutto il territorio nazionale, segue Vaxzevria (ex Astrazeneca) con 6.668.880 dosi, 3° posto per Moderna a quota 2.583.100, chiude Janssen (Johnson & Johnson) all’ultimo posto.
Se guardiamo alla Puglia notiamo una leggera discrepanza tra dosi consegnate e quelle somministrate, infatti il numero delle prime risulta essere di 1.763.955 mentre quello delle seconde è di 1.661.943. Puglia che balza però al secondo posto se consideriamo il rapporto tra dosi distribuite e dosi inoculate, raggiungendo l’incredibile cifra di 94,2%. Primo posto invece per il Veneto con il risultato di 94,5%.
Sempre in Puglia si registrano cifre differenti tra chi ha già concluso l’intero ciclo di vaccinazione e chi ha ricevuto solo una dose: 12,6% sono coloro che hanno completato il ciclo, 17,0% coloro a cui è stata inoculata solo una dose.
Intanto è notizia di oggi il rifiuto dei siciliani nei confronti del vaccino Vaxzevria (ex Astrazeneca), motivo per cui 50.000 dosi inutilizzate partiranno alla volta della Puglia. Il vaccino anglo-svedese diventa così un’incognita, visto che sia il Lazio che la Sicilia tendono a snobbarlo, considerandolo poco efficace. In Sicilia infatti più della metà delle dosi sono in frigorifero mentre nel Lazio 100.000 dosi di Vaxzevria rischiano di essere inutilizzate per via della sua “cattiva reputazione”.
La paura nei confronti di un vaccino potrebbe provocare una paralisi a livello nazionale?
Staremo a vedere