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Conflitti interpersonali, 4 cose da fare e da non fare

DiRaNews

Mar 23, 2019

Conflitti interpersonali, 4 cose da fare e da non fare

Anche se, generalmente, la parola Conflitto genera emozioni negative da allontanare, in realtà rappresenta una parte naturale di qualunque relazione basata sul confronto aperto tra diverse mentalità e visioni del mondo.

E’ completamente normale, quindi, che anche persone molto simili, che vanno sempre d’accordo, prima o poi vivano situazioni in cui le loro intenzioni, desideri, esigenze o opinioni non collimano perfettamente e tutto ciò può portare alla nascita di un conflitto.

Da questo punto in poi le strade che si generano sono soltanto due: queste divergenze possono o risolversi o dar luogo ad un allontanamento dei protagonisti del conflitto.

In questo articolo voglio svelarti alcuni “trucchetti” per non perdere l’affetto di una persona importante a causa di un semplice conflitto. Inizio dicendoti cosa NON bisogna fare, gli errori più comuni nella gestione di un conflitto:

1.     Cancellazione . Quando non si menziona affatto che esista un problema, quando si fa finta di niente per non affrontare la discussione. Purtroppo è molto diffusa ed è un GRAVE ERRORE!!

2.     Generalizzazione . Dire all’interlocutore frasi del tipo “Sei SEMPRE il solito…” “Tu non vieni MAI…” ecc… generalizzando comportamenti che magari l’altro non sempre manifesta.

3.     Finzione . Fingere sentimenti che in realtà non si provano per evitare di avvertire quelli che si sentono veramente.

4.     Acting out . L’acting out consiste nel rompere oggetti, percuotere qualcuno, abbandonare la discussione andando via.

Nessuno di questi atteggiamenti, ovviamente, risulta essere valido per gestire costruttivamente i conflitti interpersonali.

Che cosa bisognerebbe fare allora per gestire efficacemente una situazione conflittuale?
Le strategie più efficaci che permettono di trasformarne l’energia generata da un conflitto in una straordinaria fonte di crescita per qualunque tipo di relazione (coppia, genitori-figli, amici, colleghi, ecc…) sono:

1.     Distaccarsi emotivamente dalla spirale negativa di attacchi e contro-attacchi di cui un conflitto è spesso costituito . Per raggiungere questo obiettivo, si può ricorrere ad un piccolo “trucco”: cercare di vedere la scena del conflitto da lontano, come se fossimo in cima ad una montagna o su di un balcone. Questo ci permette di non rimanere “intrappolati” nel circolo vizioso comunicativo che spesso i conflitti comportano.

2.     Rimanere focalizzati sui nostri veri obiettivi nel breve e lungo periodo . Spesso nei conflitti si perde di mira il problema vero, e si divaga in una spirale senza fine di recriminazioni reciproche particolarmente distruttive. E’ bene invece rimanere focalizzati sul problema che causa il conflitto e sull’obbiettivo che vogliamo raggiungere. Avendo in mente questi due paletti si può lavorare bene insieme per trovare una soluzione.

3.     Riconoscere i propri errori e scusarsene. Ciò stimolerà l’altro a fare altrettanto. Evitare di difendere ingiustamente i propri errori, potrà permettere alle parti coinvolte di vedere la loro situazione da nuovi punti di vista.

4.     Formulare delle richieste specifiche , invece che criticare l’interlocutore o affibbiargli etichette negative generalizzate alla totalità della sua persona del tipo “Sei un irresponsabile”, “Sei un disonesto ” ecc…, circoscrivi esattamente quale suo comportamento non ti è piaciuto e suggeriscigli le azioni concrete che vuoi che intraprenda.

La violenza non è forza ma debolezza, né mai può essere creatrice di cosa alcuna, ma soltanto distruggerla…
                                                                                            Benedetto Croce

dott. Salvatore Panza

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