• 25 Novembre 2024 0:44

In Salento 48 sbarchi illegali, Caritas: “dato in aumento”

DiRaNews

Gen 25, 2022

In Salento 48 sbarchi illegali, Caritas: “dato in aumento”

Sono 67.040 gli stranieri approdati in Italia per “vie illegali”: 58.977 hanno raggiunto le coste siciliane e calabresi, 8.063 i porti di Leuca, Gallipoli e Otranto, 2852 i migranti che la Caritas diocesana salentina ha assistito e rifocillato. Un crescendo di approdi documentato dallo stesso ente.

La Caritas di Ugento-S.Maria di Leuca comunica che nell’anno 2021, nei porti di Leuca, Gallipoli e Otranto sono avvenuti 48 approdi per un totale di 2852 persone migranti, con un incremento di gran lunga maggiore rispetto agli anni precedenti, nel 2018 erano giunti nel Salento 535 persone, nel 2019 erano stati 861 e nell’anno successivo 1204. 

Nel 2021 hanno raggiunto la punta estrema della Puglia: 667 dal Pakistan, 639 dall’Iran, 375 dall’ Afghanistan, 273 dalla Siria, 203 dall’Egitto, 269 dall’Iraq, 130 dalla Somalia, 118 dal Bangladesh, 41 dalla Turchia, 32 Curdi, 22 dalla Palestina, 36 dal Libano, 10 dal Kuwait, 20 dallo Sri Lanka, 5 dal Kirghizisistan, 2 dall’India, 3 dall’Albania, 2 dal Kazakistan, 2 dall’Ucraina, 1 dall’Uzbekistan, 1 dallo Yemen e 1 dal Nepal. 

I cittadini stranieri approdati in Italia attraverso “vie illegali” sono stati 67.040, di cui oltre 58.977 hanno raggiunto le coste siciliane e calabresi attraverso la rotta del Mediterraneo centrale, la restante parte, costituita da 8.063 persone migranti, è entrata in Europa da Est, da quella che un tempo era “via della seta”. 

Queste persone partono dall’estremo Oriente, dal lontano Bangladesh, per raggiungere Istanbul che rappresenta lo snodo della rotta asiatica; una parte di loro, i più poveri, affronta il viaggio via terra attraverso la Grecia e la Bulgaria, per poi risalire attraverso i Balcani ed arrivare a Trieste, trampolino verso l’Europa; un’altra parte viene rinchiusa nei campi profughi delle isole greche. 

Chi arriva dalla Grecia ha vissuto in genere un periodo tra Atene e altre città riuscendo a sfuggire alle terribili condizioni dei campi profughi greci, gli egiziani e i somali raggiungono Istanbul in aereo e poi cercano di raggiungere l’Europa. 

Il porto turistico di Leuca, insieme a quello di Otranto e a quello di Gallipoli, è uno degli attracchi nel Salento scelti da Guardia di Finanza e dalla Guardia Costiera per mettere in sicurezza questi natanti che giungono sulle nostre coste carichi di persone migranti provenienti dalla Grecia o dalla Turchia. 

I porti da cui partono sono quelli delle piccole isole greche poco distanti dalle coste salentine (Othoni, Matraki) o i porti di Istanbul (Izmir ossia Smirne): dai primi arrivano scafi piccoli, al massimo di 5 mt, con a bordo carichi esigui di vite umane (non oltre 15 persone), mentre dai secondi salpano imbarcazioni più grandi: velieri, pescherecci o caicchi, capaci di contenere a bordo dalle 60 alle 220 persone, come è avvenuto nel Novembre 2021. 

Nell’ultimo decennio sono stati molti di meno gli sbarchi “fantasma”: infatti le unità di controllo delle acque territoriali hanno intercettato più facilmente i natanti, e ciò ha ridotto i rischi evitando le “tragedie del mare” come quelle degli anni passati. A questo proposito, va menzionata la erezione di una stele alla Madonna, avvenuta il 30 luglio scorso a Felloniche, per commemorare la morte di una giovane donna somala, ritrovata esanime sugli scogli della località marina l’11 gennaio 2016. 

La Guardia costiera e la Guardia di Finanza scortano e permettono l’attracco in sicurezza. Sul molo avviene il primo controllo da parte del medico USMAF (Ufficio di sanità marittima, aerea e di frontiera), un accertamento della nazionalità e dell’età, per individuare gli MSNA (Minori Stranieri Non Accompagnati). 

Alle operazioni di soccorso intervengono la Croce Rossa, il 118 e la Caritas Diocesana, la presenza di Caritas è stata sempre costante e solerte: il direttore, don Lucio Ciardo, alcuni componenti dell’equipe diocesana e, da qualche mese, alcuni volontari provenienti dalle comunità parrocchiali, si mobilitano per dare il benvenuto a queste persone, distribuendo loro bevande calde l’inverno, fresche d’estate, biscotti, frutta fresca e cibi di veloce consumazione fornitici preventivamente dal Banco delle Opere di Carità Puglia. 

Viene consegnato, inoltre, un bigliettino dov’è riportato il benvenuto in varie lingue, indicando le modalità e i tempi di attesa riguardanti il loro trasferimento nel centro di primissima accoglienza. Infatti, una volta completate le operazioni di sbarco, il gruppo viene trasferito con gli autobus ad Otranto o presso la Masseria Ghermi di Lecce. In questi centri i profughi trascorrono il periodo di quarantena di 15 giorni, venendo sottoposti ad un primo tampone in ingresso e ad un secondo in uscita. 

Il direttore della Caritas Diocesana, don Lucio Ciardo, dichiara: “Attraverso questo servizio di primissima accoglienza abbiamo conosciuto moltissime persone provenienti dalle zone di guerra e di crisi del medio e lontano Oriente o dall’Egitto e dalla Somalia. Tante sono le storie da raccontare, che ci ricordano ogni volta che le persone non sono numeri ma esseri umani con il loro fardello di dolore, di speranze, di bisogni e di aspettative: molti hanno camminato per migliaia di km, superato confini nonostante le violenze e pagato migliaia di euro per raggiungere l’Europa. 

Durante le due ore in cui stiamo sul molo insieme, con delicatezza chiediamo quanto tempo sono stati in mare, quanto è durato il viaggio fino a Istanbul, come hanno raggiunto la città, quanto hanno pagato. La maggior parte di loro arrivano nella capitale turca senza spendere nulla, semplicemente camminando a piedi, con l’ autobus o col treno. Nelle zone e nei periodi senza crisi politiche i confini sono poco presidiati, ma le stesse zone di frontiera, in particolari momenti di difficoltà, sono usate per ricattare i Paesi confinanti trasformandosi in luoghi dove si consumano le più efferate violenze contro i migranti”. 

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