Usura ai danni di un imprenditore: arrestato cerignolano
Arrestato V.D.V., classe 1968, di Cerignola, per usura aggravata e continuata ai danni di un imprenditore del settore calzaturiero. La vittima si era rivolto all’usuraio poiché l’emergenza legata alla pandemia aveva aggravato la sua situazione economica.
La Guardia di Finanza di Bari, al termine delle indagini coordinate dalla Procura di Trani, ha arrestato V.D.V., classe 1968, residente a Cerignola, autore del reato di usura aggravata e continuata, nei confronti di un imprenditore del settore calzaturiero.
La vittima ha denunciato l’accaduto, affermando di essere caduto nella trappola dell’usura.
In particolare dalle indagini è emerso che l’imprenditore avrebbe chiesto e ottenuto un prestito all’usuraio di 50.000 euro.
La pandemia, ha rappresentato il colpo di grazia per l’imprenditore.
I tassi di interesse sono arrivati a toccare il 180% su base annua.
Le indagini della Guardia di Finanza, attraverso i pedinamenti e le intercettazioni telefoniche, hanno permesso di attestare il racconto della vittima.
Le violenze sono state perpetrate anche nei confronti dei suoi più stretti familiari.
In particolare, le indagini hanno permesso di ricostruire le cosiddette condizioni del ‘patto usuraio’, ideato per non permettere alla vittima di estinguere il debito.
Il pagamento delle rate mensili, che hanno raggiunto la cifra di 26.000 euro, ha consentito alla vittima di pagare solo gli interessi usurai accumulati, senza però saldare il debito.
Quando la vittima ha chiesto di onorare definitivamente il proprio debito, l’usuraio, fingendo di accontentarla, ha creato nuove condizioni, peggiori delle iniziali.
Ha chiesto così la restituzione di una cifra pari al doppio del prestito concesso, attraverso rate mensili che oscillavano tra i 10mila e i 16mila euro.
Secondo gli ultimi approfondimenti, l’imprenditore avrebbe dovuto erogare all’usuraio 1,6 milioni di euro, dilazionabili in rate mensili fino al 2026.
Dure e pesanti le minacce rivolte all’imprenditore: “Ti sto avvisando, mi stai facendo alzare la pressione… che io vengo a casa tua e me la prendo con i tuoi, li porto… ti scanno come un agnello, non scherzare con me”.
In un incontro tra la vittima e l’usuraio, il secondo ha costretto l’imprenditore al pagamento di 35.000 euro in contanti, ottenendoli.
Durante un incontro, avvenuto tra la vittima e lo strozzino, nel parcheggio di un distributore di carburante, alla periferia di Canosa di Puglia, la Guardia di Finanza, dopo aver individuato l’usuraio, è intervenuta bloccandolo e perquisendolo.
L’uomo nascondeva all’interno degli indumenti intimi 15.000 euro in contanti.
I soldi rappresentavano la somma della rata mensile imposta alla vittima.
La successiva perquisizione, avvenuta all’interno dell’abitazione dell’usuraio, a Cerignola, ha permesso di individuare due casseforti, all’interno delle quali lo strozzino custodiva 8.000 euro in contanti nonché documenti relativi a ulteriori finanziamenti.
L’uomo, resosi colpevole del reato di usura aggravata e continuata, è stato arrestato dalle Fiamme Gialle baresi e trasferito nel carcere di Trani.
I 23.000 euro, derivanti dalle attività illecite, sono stati sequestrati.
L’operazione, denominata “Raddoppio”, dimostra quanto sia forte e radicato il fenomeno dell’usura nella provincia della Bat (Barletta-Andria-Trani).
L’usura trova la sua traduzione contemporanea nell’espressione ‘welfare criminale di prossimità’, ovvero il metodo con il quale gli strozzini, gli usurai sostengono e finanziano gli imprenditori caduti in crisi.
La relazione annuale 2020 dell’ufficio del Commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura ha posto in risalto l’elevato numero di imprenditori che si è rivolto agli usurai.
La pandemia ha creato un vero e proprio sisma, non solo a livello sanitario ma anche a livello economico.
I lavoratori autonomi, le piccole e le medie imprese, sono le categorie che, secondo la relazione, hanno subito più danni, sprofondando nel baratro.
Le azioni di contrasto all’usura richiedono ulteriori sforzi.
Gli autori di questi reati, mirano a ottenere maggiori guadagni, sfruttando la debolezza e la condizione economica deficitaria della vittima.