Incendio sul Gargano: danni incalcolabili
Quello che è accaduto martedì 13 luglio ha dell’incredibile. Il vasto rogo che ha interessato diversi paesi della zona garganica, ha raggiunto proporzioni incredibili. Decine di famiglie sono state fatte evacuare, mentre i canadair si sono adoperati per spegnere le fiamme, che ormai coprivano tutta la zona.
Il grande incendio che è divampato in località Mannarella, tra Vico ed Ischitella, sul Gargano, continua a far paura.
I danni sono incalcolabili. Le fiamme si sono estese lungo tutto il territorio poiché agevolate dal forte vento, che ha funto da amplificatore.
Decine di abitazioni che sono situate nella zona di Vico del Gargano, sono state fatte evacuare. I residenti di quelle abitazioni sono tornati a casa all’alba, dato che la situazione catastrofica non permetteva il rientro nella dimora.
Le fiamme, che hanno lambito e toccato anche le campagne vicino Ischitella, rovinando decine di depositi presenti in zona oltre che una farmacia agricola, sono ora sotto controllo. I canadair, adoperati per spegnere il vasto incendio, sono riusciti nel loro intento.
Il rogo, è stato visto sia dagli abitanti di Peschici che da quelli di Rodi Garganico e Lido del Sole. I turisti hanno asserito che l’aria era insopportabile. La coltre di fumo nero, rendeva impossibile respirare, aggravando una situazione già difficoltosa.
Un incendio di tali proporzioni aveva colpito Peschici nel 2007.
A ricordare lo spiacevole accaduto è stato il sindaco della città garganica Franco Tavaglione che ha dichiarato di essere dispiaciuto, rammaricato, triste per ciò che è successo martedì.
Il sindaco ha poi concluso il discorso dicendo: “Il Gargano non muore, reagisce“, quasi a testimoniare la capacità di rialzarsi, di farcela nonostante le avversità, da parte di questa terra così bella quanto martoriata.
Intanto sulla questione dell’incendio che ha colpito e devastato il Gargano è intervenuto anche Raffaele Piemontese, vicepresidente della Regione Puglia, dopo il sopralluogo proprio a Vico del Gargano.
Lo stesso ha affermato: “il mio pensiero va al grande sforzo compiuto dagli uomini che si sono adoperati per lo spegnimento, e la mia vicinanza va ai cittadini e agli amministratori alle prese con questa grande ferita”.
A condannare una situazione già deplorevole, ci pensa la Coldiretti, che punta il dito contro la fragilità e la debolezza della rete dei soccorsi e antincendio, in primis per la carenza di personale.
Coldiretti afferma che questo episodio, non è altro che la punta dell’iceberg di numerosi roghi avvenuti nei mesi precedenti e dei quali nessuno se n’è occupato.
La provincia di Foggia, da mesi è terra di roghi e incendi, sono state devastate intere aree, agricole e non, paesaggi naturali oltre che luoghi di turismo.
Pietro Piccioni, delegato confederale di Coldiretti Foggia, dichiara che la colpa è della mancata prevenzione e sorveglianza di quelle aree.
La Coldiretti regionale afferma invece, a riprova della gravità della situazione, che “ci vorranno fino a 15 anni con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo per ricostituire i boschi ridotti in cenere dal fuoco.
Nelle aree bruciate, saranno impedite anche tutte le attività umane tradizionali e la scoperta del territorio da parte di decine di migliaia di appassionati”.
Se è vero infatti che il clima rovente acuisce ed aumenta esponenzialmente il rischio di roghi, è altrettanto vero che nella maggior parte dei casi la natura del rogo è di origine dolosa.
Le stime dichiarano che il 60% degli incendi, anche estivi, è di origine dolosa.
La Coldiretti regionale, sostiene: “La pioggia è attesa per combattere la siccità nelle campagne ma per essere di sollievo deve durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa, mentre i forti temporali, soprattutto con precipitazioni violente, come quelle che sono avvenute al nord, provocano danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento provocando frane e smottamenti”.
Ad esacerbare la situazione, ci pensano coloro che lanciano mozziconi di sigarette, senza aver controllato prima se siano spente o meno.
Non permettere che la marmitta della propria auto si avvicini all’erba secca, è sicuramente una pratica di buon senso, così come il non lanciare fiammiferi o mozziconi dai finestrini delle auto.
Altrettanto importante è non accantonare rifiuti e immondizia soprattutto nelle zone di campagna oltre che evitare la disseminazione nell’ambiente di contenitori sotto pressione, come deodoranti o vernici, facilmente infiammabili.
Spesso chi compie questi spregevoli gesti, piromane, criminale o incosciente, finisce comunque col deturpare e distruggere le aree boschive.