Prezzo mascherine +6000%: a Bari interviene Finanza
Il costo delle mascherine e di altri prodotti utili ad arginare il contagio da coronavirus sale vertiginosamente ma per la guardia di finanza barese, che ha aperto un’indagine ed effettuato perquisizioni si tratta di una pratica truffaldina.
Sequestrate mascherine protettive, gel e salviette per le mani per un totale di 30mila prodotti e un valore commerciale di circa 220mila euro e 25 persone denunciate.
E’ il risultato delle perquisizioni in 30 società di 22 comuni della provincia di Bari eseguite ieri da 130 uomini della Guardia di Finanza nell’ambito dell’indagine ‘Antivirus’ su presunte manovre speculative, fraudolente e truffaldine nella commercializzazione di mascherine protettive e dei presidi medico-chirurgici disinfettanti.
Acquaviva delle Fonti, Altamura, Andria, Bari, Bitonto, Capurso, Castellana Grotte, Conversano, Gioia del Colle, Gravina in Puglia, Grumo Appula, Locorotondo, Minervino Murge, Modugno, Mola di Bari, Monopoli, Noci, Palo del Colle, Polignano a Mare, Putignano, Ruvo di Puglia e Toritto i comuni interessati che hanno visto controllate farmacie e imprese di italiani e cinesi operanti nei settori della produzione di cosmetici e al commercio all’ingrosso e al dettaglio, anche attraverso note piattaforme di e-commerce, di saponi, detersivi, profumi, erboristeria e ferramenta.
Dall’attento screening operato dai Reparti del I Gruppo Bari, è emerso che queste imprese offrivano gel e salviette igienizzanti per le mani presentandoli con messaggi pubblicitari, scritte e simboli ingannevoli sulle confezioni, come prodotti con azione disinfettante e, comunque, a prezzi decisamente più alti rispetto a quelli solitamente praticati “approfittando dell’attuale contesto emergenziale di natura sanitaria che sta interessando il nostro Paese a causa della sempre crescente diffusione di Coronavirus” spiega la Procura sottolineando anche il rincaro del 6.000% sulle tanto ricercate mascherine.
Dalle indagini, scaturite dalle denunce dei cittadini, è infatti emerso che alcuni farmacisti hanno acquistato maxi confezioni di mascherine riconfezionate in singole bustine trasparenti per poi immetterle in consumo massimizzando i propri profitti. Trovate anche mascherine, di modelli non idonei, del valore di 10 centesimi vendute al costo di 6 euro ciascuna.
Per loro i militari hanno verbalizzato, sotto il profilo amministrativo, la violazione delle disposizioni recate dal codice del consumo per aver posto in vendita prodotti carenti di alcune informazioni necessarie per il loro corretto utilizzo da parte dei consumatori e, a fronte delle pratiche commerciali scorrette rilevate, interesseranno il Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza di Roma, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per le determinazioni in merito.
“La presente attività costituisce una chiara testimonianza dell’attenzione rivolta da questa Procura e dal Comando provinciale dalla Guardia di Finanza di Bari, in un momento di particolare emergenza sanitaria ed economica dell’intero Paese, nel contrasto di ogni forma insidiosa di illecito economico con fini speculativi. Il commercio di prodotti attinenti alla salute o di primaria necessità rivenduti a prezzi aumentati ingiustificati o attribuendo loro, con messaggi ingannevoli, capacità di disinfezione o sanificazione inesistenti, danneggia i consumatori e il corretto funzionamento del mercato” si legge in conclusione della nota della Procura di Bari.